L’Italia coltivava canapa, poi è stata proibita fino all’arrivo della marijuana light
Strano a dirsi, eppure, anche l’Italia un tempo è stata per moltissimi anni una grande produttrice di cannabis; la cosa non deve sorprendere visto che si sta parlando di canapa in fondo. Uno dei motivi dello sviluppo di tale vasta produzione era anche legato al fatto che si poteva coltivare (non marijuana light) su terreni dove sarrebe stato impossibile coltivare altro. Ebbene si, l’Italia tra i primi produttori al mondo (in quel periodo) diventando anche fornitore della marina inglese. Tra le zone della nostra penisola in cui si produceva la maggior quantità di canapa legale (di quei tempi) vi erano certamente le provincie di Bologna e Ferrara. Il 1937 fu l’anno della svolta (diciamo) fu infatti in quell’anno che nacque la Marijuana Tax Act che, praticamente, bandì la coltivazione di tale pianta negli Stati Uniti (così come descritto nell’articolo riguardante la storia della marijuana light). Dopo quella restrizione anzi proibizione, furono in molti i paesi che decisero di seguire l’esempio degli Stati Uniti. I motivi su cui si basò tale decisione furono definiti scientifici e sottolineavano ed enfatizzavano la capacità di tale pianta (la marijuana appunto) di far impazzire le persone. In realtà, esistono teorie per cui la campagna di demonizzazione della marijuana avesse delle motivazioni economiche più che di salute. Furono infatti gli anni in cui il colosso DuPont aveva brevettato il nylon (nylon vs canapa) e furono gli anni in cui il magnate della carta stampata Hearst aveva bisogno di carta da albero: cosa su cui aveva fatto più che ingenti investimenti. Qualche “maligno” quindi ha fatto due più due e ha letto, nella massiccia e persistente campagna anti-marijuana dei suoi giornali un modo per aiutare la sua impresa e quella nascente legata alla diffusione appunto del nylon.
Un altro aspetto che contribuì a rendere illegale la coltivazione della marijuana è una teoria che riguarda il sopravvento dell’industria (avvenuto proprio in quegli anni) a discapito appunto dell’agricoltura, in particolar modo sulla produzione di cannabis. Sostanzialmente molti storici trovano la storia della marijuana in qualche modo legata a quella dei nascenti gruppi industriali americani: come dicevamo la DuPont per le fibre artificiali, Hearst per la carta ma anche le compagnie petrolifere che preferivano appunto l’oro nero per la produzione di energia e non certo l’olio che dalla canapa si ricavava. La produzione di canapa, cannabis, marijuana andava fermata in qualche modo. Come? Con una legge che sancisse la pericolosità e che la mettesse al bando.
Una teoria bislacca? O ci si può vedere qualcosa di reale?
La storia non è forse ricca di decisioni politiche fatte passare per salvaguardia della salute, ma che si sono rivelate (col tempo) solo dei retroscena economici?