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Canapa legale Puglia si riparte

In puglia sta rinascendo la coltivazione di marijuana light

Eravamo un BelPaese con quasi 100 mila ettari di coltivazione di canapa. Ripartiamo dagli ultimi campi che furono adibiti per coltivare canapa, spariti definitivamente alla fine degli anni ’70 per dimostrare che la ripresa economica, l’occupazione può ripartire anche da qui, dal lavoro nelle campagne e dalla riscoperta di piante versatili, che possono (è proprio il caso di dirlo) far rifiorire un’economia agricola come quella pugliese ad esempio.

La coltivazione di marijuana light pugliese ha iniziato (o sarebbe meglio dire, ha ricominciato dopo parecchi decenni) a diffondersi quando il 14 gennaio 2017 la legge regionale è entrata in vigore. Secondo i dati della Coldiretti Puglia infatti, si sono moltiplicati i terreni e le produzioni di marijuana legale. Questo ha favorito anche una certa “inventiva” ed una ricerca ad idee innovative per la trasformazione della pianta di marijuana light o canapa che dir si voglia.

Questa pianta che naturalmente si presta in maniera eccellente per una moltitudine di azioni, è stata usata altrove, ad esempio nella birra, nella ricotta, ma non solo, anche per degli eco-mattoni isolanti, per olio antinfiammatorio e bioplastiche, passando per i semi per le tisane, la pasta, i taralli, biscotti, cosmetici, detersivi, vernici, cere, carta, imballaggi, pellet per il riscaldamento con combustione pulita.

La canapa light 100% utilizzabile

E’ proprio vero, dalla canapa light non si butta via nulla!Come dicevamo sono state molte le imprese agricole che dal 2017 hanno segnalato e denunciato fenomeni disorsivi e speculativi legati al mondo della canapa legale. I controlli che stanno interessando il settore della marijuana light, fortunatamente ci sono, in Puglia, abbiamo riscontrato negli ultimi anni degli sviluppi davvero interessanti ma, diventa indispensabile sapere e soprattutto rispettare la Legge italiana che, esiste…c’è.

Certamente andrebbe completata perchè possa essere ancora più efficace e perchè possa rispondere alle esigenze produttive e di mercato reali degli imprenditori agricoli.La nuova frontiera è la cannabis light, quelle particolari tipologie di piante cioè con un basso contenuto di Thc (principio psicotropo). Le attività nate in Puglia sono regolamentate dalla legge 242 del 2 dicembre 2016 “Disposizioni per la promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa” che ha disciplinato il settore. Con la nuova norma non è più necessaria, infatti, alcuna autorizzazione per la semina di varietà di canapa certificate con contenuto di Thc al massimo dello 0,2%, fatto salvo l’obbligo di conservare per almeno dodici mesi i cartellini delle sementi utilizzate. Resta il divieto di utilizzo di foglie e fiori di canapa per scopo alimentare”.Parlando del contenuto di Thc all’interno delle piante di canapa legale allora, le analisi dovranno portare dei valori che possono oscillare dallo 0,2% allo 0,6% senza comportare alcun problema per l’agricoltore. Al momento risulta consentita – precisa Coldiretti Puglia – solo la coltivazione delle varietà ammesse, l’uso industriale della biomassa, nonché la produzione per scopo ornamentale, mentre per la destinazione alimentare possono essere commercializzati esclusivamente i semi in quanto privi del principio psicotropo (Thc).

La diffusione della canapa legale in puglia dal punto di vista colturale è certamente un altro aspetto positivo nella coltivazione marijuana, è quella di essere a basso impatto ambientale, non solo, la marijuana light sarebbe in grado di ridurre il consumo del suolo, la percentuale di desertificazione e la perdita della bio diversità…mica male, non trovate?

Sarebbe quindi davvero utile ed importante poter e saper formare le aziende agricole per favorire la qualità della produzione di canapa legale, supportarle inoltre nella trasformazione del prodotto, scongiurando l’alterazione della legge italiana di riferimento anche mediante un sistema di controllo delle filiere per favorire la legalità, prevenendo quindi comportamenti illeciti o truffe.

Ricordiamo che negli anni quaranta, l’Italia era il secondo paese al mondo per la coltivazione marijuana ( o canapa che dir si voglia). Promuoverla all’estero per far ripartire questo importante settore economico, con tutte le filiere di trasformazione annesse, beh, sarebbe davvero un grande punto a favore dell’economia agricola.

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